Ci sono due atteggiamenti che caratterizzano la vita di
ognuno di noi, che possiamo chiamare con il nome di egoismo e generosità,
tenere per sè oppure donare. Nelle nostre azioni nel nostro modo di
relazionarci con gli altri e con noi stessi....sono sempre presenti. Le
conseguenze di questi due atteggiamenti sono opposte....da una parte
"morte" e dall'altra "vita"......una ci chiude in noi
stessi e l'altra ci apre al dono... Questa storia delle due Sorgenti ci può
essere di aiuto per una nostra riflessione.
La montagna si eleva verso il sole. Ma la montagna pesa. E'
fatta di sassi. In qualche recesso delle sue viscere nacquero un giorno due
piccole sorgenti d'acqua limpida, che cercavano di uscire all'aperto. Ma la
montagna non cedeva: le opprimeva, le soffocava. Dopo un bel po' di tempo
le sorgenti, facendosi largo a poco a poco, riuscirono a venire alla luce ai
piedi della montagna. Com'erano stanche! Ma non c'era tempo per
riposarsi.
Erano appena scaturite dalla terra quando sentirono delle
grida provenienti dal muschio, dall'erba, dai fiorellini, dalle rose alpine:
"Dateci da bere! Dateci da bere!"
"Fossi matta!", disse la prima sorgente. "Ho
faticato tanto senza sosta laggiù, sottoterra, mentre voi, pigri, ve ne stavate
al sole. Non vi darò proprio niente!"
"Non ci darai niente?", disse il muschio piccato.
"E allora noi non ti lasceremo passare."
"Ti sbarreremo la strada con le nostre numerose
radici", dichiarò l'erba.
"Ti copriremo così nessuno ti troverà",
minacciarono i cespugli di rose alpine e di rovi.
La seconda sorgente fu condiscendente: "Bevi, sorella
erba, però fatti da parte perché io possa proseguire il mio cammino!"
Bevvero un poco anche i cespugli ma si tennero fuori dalla corrente e così il
muschio e la rosa alpina.
La sorgente correva. Dava da bere a tutte le piante e tutte
le cedevano il passo.(...) La sua acqua era fresca e limpida come cristallo.
(Lei stessa non sapeva come. Le piante l'amavano e lasciavano che altre
sorgenti si unissero a lei.(...) Alla fine arrivò al mare. Quando giunse alla
foce, l'azzurro padre Oceano la prese fra le braccia e la baciò sulla fronte.
"E dov'è tua sorella sorgente?le chiese."
"Ah, Padre! Purtroppo è diventata paludosa, marcia e
puzzolente."
"Così è la vita, figliola mia", disse padre
Oceano.
"Tua sorella non voleva dare agli altri ciò che ha
ricevuto. Vedi? Anch'io oggi ti ricevo in restituzione del vapore che da me è
salito verso la montagna.
La vita è dare. Tenere per sé è la morte."
(Tomás Spidlík, Il professor Ulipispirus e altre storie)