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martedì 31 marzo 2020

Pregare in Quaresima


Martedi 31  Marzo

† Dal Vangelo secondo Giovanni 8,28-30
In quel tempo Gesù disse: “Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo,
allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo
come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi
ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite”. A queste
sue parole, molti credettero in lui.

La preghiera che Gesù pronuncia mentre viene tolta la pietra dall’ingresso della tomba di Lazzaro, presenta uno sviluppo singolare ed inatteso. Con la sua preghiera, Gesù vuole condurre alla fede, alla fiducia totale in Dio e nella sua volontà, e vuole mostrare che questo Dio, che ha tanto amato l’uomo e il mondo da mandare il suo Figlio Unigenito, è il Dio della Vita, il Dio che porta speranza ed è capace di rovesciare le situazioni umanamente impossibili. La preghiera fiduciosa di un credente, allora, è una testimonianza viva di questa presenza di Dio nel mondo, del suo interessarsi all’uomo, del suo agire per realizzare il suo piano di salvezza.
                                                                         Benedetto XVI



lunedì 30 marzo 2020

Pregare in Quaresima


LUNEDI 30  Marzo

† Dal Vangelo secondo Giovanni 8,3-11
Gli scribi e i farisei condussero a Gesù una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”. Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse
loro: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. Ed ella rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù disse: “Neanch’io
ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”.


Dio non si vergogna della bassezza dell’uomo, vi entra dentro... Dio è vicino alla bassezza, ama ciò che è perduto, ciò che non è considerato, l’insignificante, ciò che è emarginato, debole e affranto; dove gli uomini dicono “perduto”, lì egli dice “salvato”; dove gli uomini dicono “no”, lì egli dice “sì”. Dove gli uomini distolgono con indifferenza o altezzosamente il loro sguardo, lì egli posa il suo sguardo pieno di amore ardente e incomparabile. Dove gli uomini dicono “spregevole”, lì Dio esclama “beato”.
                                                                               Dietrich Bonhoeffer








domenica 29 marzo 2020

Pregare in Quaresima


DOMENICA 29 Marzo

† Dal Vangelo secondo Giovanni 11,21-27
Marta [sorella di Lazzaro] disse a Gesù: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà”. Gesù le disse: “Tuo fratello risorgerà”. Gli rispose Marta: “So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno”. Gesù le disse: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?”. Gli rispose: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo”.

Quando Gesù usa l’espressione: “Io sono...”, vuol fare intendere chi egli è per l’uomo. E in questo caso vuol dirci che egli è colui che possiede il bene più prezioso che si possa desiderare: la Vita, quella Vita che non muore. Se hai letto il Vangelo di Giovanni, avrai trovato che Gesù ha pure detto: “Come... il Padre ha la Vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la Vita in se stesso”. E poiché Gesù ha la Vita, la può comunicare. Anche Marta crede alla risurrezione finale: “So che risusciterà nell’ultimo giorno”. Era questa la fede dei giudei. Ma Gesù, con la sua affermazione meravigliosa: “Io sono la risurrezione e la vita”, le fa capire che non deve attendere il futuro per sperare nella risurrezione dei morti. Già adesso, nel presente, Egli è per tutti i credenti quella Vita divina, ineffabile, eterna che non morirà mai. Se Gesù è in loro, se egli è in te, non morrai. Questa Vita nel credente è della stessa natura di Gesù risorto e quindi ben diversa dalla condizione umana in cui si trova. E questa straordinaria Vita, che già esiste anche in te, si manifesterà pienamente nell’ultimo giorno, quando parteciperai, con tutto il tuo essere, alla risurrezione futura. Certamente, Gesù con queste parole non nega che ci sia la morte fisica. Ma essa non implicherà la perdita della Vita vera. La morte resterà per te, come per tutti, un’esperienza unica, fortissima e forse temuta. Ma non significherà più il non senso di un’esistenza, non sarà più l’assurdo, il fallimento della vita, la tua fine. La morte, per te, non sarà più realmente una morte.
                                             Chiara Lubich






sabato 28 marzo 2020

Pregare in Quaresima


SABATO 28 Marzo

† Dal Vangelo secondo Giovanni 7,40-44
In quel tempo, all’udire queste parole, alcuni fra la gente dicevano: “Costui è davvero il profeta!”. Altri dicevano: “Costui è il Cristo!”. Altri invece dicevano: “Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo?”. E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui.


Per chi crede all’amore di Dio e lo ama, le circostanze svariate, che condizionano la sua esistenza, non sono semplici effetti del caso o delle cieche leggi della natura o della volontà degli uomini, ma sono guidate da questo amore; sono tante occasioni e mezzi di cui Dio si serve per portare a compimento l’opera della sua santificazione. Egli si nasconde dietro tutti gli avvenimenti della sua vita... Si nasconde dietro al fatto di trovarsi in un determinato posto oppure accanto ad un determinato prossimo. Tutto, per colui che ama Dio, anche le stesse mancanze della vita passata, acquista un significato positivo, perché in tutte queste circostanze egli sperimenta l’amore di Dio che vuole guidarlo verso la santità.
                                                                                                                                                           Chiara Lubich



venerdì 27 marzo 2020

Pregare in Quaresima


VENERDI 27 Marzo

† Dal Vangelo secondo Giovanni 7,28-30
Gesù, mentre insegnava nel tempio, esclamò: “Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato”. Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.


Se non abbiamo un vero amore per Cristo, non siamo suoi veri discepoli; non possiamo amarlo senza nutrire una profonda e sentita gratitudine nei suoi confronti; ma non potremmo provare una vera gratitudine se non sentissimo in profondità quello che lui ha sofferto per noi... So benissimo che il sentimento non basta; che non basta semplicemente sentire senza far altro; che provare dolore per le sofferenze di Cristo, e tuttavia non giungere fino a obbedirgli, non significa amarlo veramente, ma farsi beffa di lui. Il vero amore sente rettamente e agisce rettamente; ma come l’ardore dei sentimenti non accompagnato da una condotta religiosa è una sorta di ipocrisia, così un onesto comportamento privo di sentimenti profondi è, sì, una forma di religione, ma molto imperfetta.
                                                              
   J.H. Newman























giovedì 26 marzo 2020

Pregare in Quaresima


GIOVEDI 26 Marzo

† Dal Vangelo secondo Giovanni 5,33-37
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: “Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me”.


Vi è una relazione intima tra gioia e speranza. Mentre l’ottimismo ci fa vivere come se presto un giorno le cose dovessero andare meglio per noi, la speranza ci libera dalla necessità di prevedere il futuro e ci consente di vivere nel presente, con la profonda fiducia che Dio non ci lascerà mai soli, ma adempirà i desideri più profondi del nostro cuore. In questa prospettiva, la gioia è il frutto della speranza. Quando ho la profonda fiducia che Dio è veramente con me e mi tiene al sicuro in un abbraccio divino, guidando ognuno dei miei passi, posso liberarmi dall’ansioso bisogno di sapere come sarà domani, o quel che accadrà il prossimo mese, o l’anno prossimo.
                                                                                     Henry Nouwen



mercoledì 25 marzo 2020

Pregare in Quaresima

MERCOLEDI 25 Marzo

† Dal Vangelo secondo Giovanni 5,19-23
In quel tempo Gesù disse: “In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre”.

Se qualcuno ha avuto la disgrazia di offendere il Signore, non esiti neanche un attimo ad andare da Lui, per chiedergli di essere perdonato e di essere accolto come da Padre Buono: Dio lo sta aspettando con vera ansia e affetto. E allora capirà come l’Amore Misericordioso ci attira con l’infinita dolcezza del suo amore e resterà sorpreso nel costatare il suo amore e la sua bontà quando pensava di vederlo disgustato e con la spada in mano per punire. Se anche avessimo commesso i più grandi peccati, non abbiamo da temere: il cuore misericordioso del Signore perdona e ama con amore infinito.
                                                                                                                                            Madre Speranza di Gesù



martedì 24 marzo 2020

Pregare in Quaresima


MARTEDI 24 Marzo

† Dal Vangelo secondo Giovanni 5,2-9
A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: “Vuoi guarire?”. Gli rispose il malato: “Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me”. Gesù gli disse: “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”. E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.


L’amore non è solo la base del vivere cristiano. Esso è anche la via più diretta, per stare in comunione con Dio. Lo dicono i santi, lo sperimentano i cristiani che vivono la loro fede: se aiutano i propri fratelli, soprattutto i bisognosi, cresce in loro la devozione, l’unione con Dio si fa più forte, avvertono che esiste un legame fra loro e il Signore: ed è ciò che dà più gioia alla loro vita.

                                                                                                                                                 Chiara Lubich



lunedì 23 marzo 2020

Pregare in Quaresima


Lunedi 23 Marzo

† Dal Vangelo secondo Giovanni 4,49-53
In quel tempo il funzionario del re disse a Gesù: “Signore, scendi prima che il mio bambino muoia”. Gesù gli rispose: “Va’, tuo figlio vive”. Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: “Tuo figlio vive!”. Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: “Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato”. Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: “Tuo figlio vive”, e credette lui con tutta la sua famiglia.

Nella preghiera di domanda al Signore non dobbiamo attenderci un compimento immediato di ciò che noi chiediamo, della nostra volontà, ma affidarci piuttosto alla volontà del Padre, leggendo ogni evento nella prospettiva della sua gloria, del suo disegno di amore, spesso misterioso ai nostri occhi. Per questo, nella nostra preghiera, domanda, lode e ringraziamento dovrebbero fondersi assieme, anche quando ci sembra che Dio non risponda alle nostre concrete attese. L’abbandonarsi all’amore di Dio, che ci precede e ci accompagna sempre, è uno degli atteggiamenti di fondo del nostro dialogo con Lui.
                                                                                                                                                            Benedetto XVI







domenica 22 marzo 2020

Pregare in Quaresima


DOMENICA 22 Marzo

† Dal Vangelo secondo Giovanni 9,1-7
Passando, Gesù vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?”. Rispose Gesù: “Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo”. Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: “Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe” – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

Il cieco guarito e illuminato da Gesù è immagine di tutti i battezzati, i quali sono stati strappati dalle tenebre e sono divenuti “figli della luce” passando dalla morte alla vita... Al centro della nostra contemplazione è, ancora una volta, Gesù: “Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo”, egli afferma. Agli uomini immersi nel buio della paura e dello smarrimento, Gesù, con la parola e la vita, si rivela come luce che dà senso compiuto alla loro esistenza e al loro destino ultimo, lasciando tuttavia ad essi la decisione di aprirsi a questa luce o di rifiutarla. In questo senso egli compie un “giudizio”, perché coloro che non vedono possano vedere e quelli che pretendono di vedere diventino ciechi. Il cieco guarito, immagine del battezzato, è tra coloro che hanno accolto la luce e sono stati salvati. Egli, risanato dal gesto di Cristo e lavatosi nelle acque della piscina di Siloe, vede ormai non solo con gli occhi del corpo ma anche con quelli dell’anima. Tra la diffidenza e l’ostilità di coloro che lo circondano e lo interrogano increduli, egli compie un itinerario che lo conduce gradualmente a scoprire l’identità di colui che l’ha guarito, a confessare la sua fede in lui come profeta e Figlio di Dio e finalmente a prostrarsi davanti a lui per adorarlo. Ma l’illuminazione del cieco non si arresta qui. Con la luce della fede egli scopre la sua “nuova” identità. Non è più un uomo immerso nella cecità e nel peccato; non è più un mendicante emarginato ed espulso dalla comunità di coloro che pretendono di essere giusti solo perché scrupolosi osservanti della legge. Egli ormai è una “nuova creatura”, in grado di vedere in una nuova luce la sua vita e il mondo che lo circonda, proprio perché è entrato in comunione con Cristo ed è stato accolto nella comunità dei suoi discepoli.
                                                                                                       Giovanni Paolo II



sabato 21 marzo 2020

Pregare in Quaresima


Sabato 21 Marzo

† Dal Vangelo secondo Luca 18,10-14
In quel tempo Gesù disse: “Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: ‘O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo’. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: ‘O Dio, abbi pietà di me peccatore’. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato”.

Non lasciamoci prendere dalla tristezza davanti al cumulo delle nostre cadute, ma, pieni di fiducia e considerando le nostre miserie, con umiltà e totale confidenza in Dio nostro Buon Padre, ricorriamo a Lui e chiediamogli nuovamente perdono. Egli, che conosce bene la nostra natura e vede i nostri sforzi e desideri, saprà attendere con calma e pazienza il nostro miglioramento.
                                                                       Madre Speranza di Gesù


venerdì 20 marzo 2020

Pregare in Quaresima


Venerdi 20 Marzo

† Dal Vangelo secondo Marco 12,28-31
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?”. Gesù rispose: “Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi”.

Una delle più grandi provocazioni della vita spirituale è ricevere il perdono
di Dio. C’è qualcosa in noi, esseri umani, che ci tiene tenacemente aggrappati ai nostri peccati e non ci permette di lasciare che Dio cancelli il nostro passato e ci offra un inizio completamente nuovo. Qualche volta sembra persino che io voglia dimostrare a Dio che le mie tenebre sono troppo grandi per essere dissolte. Mentre Dio vuole restituirmi la piena dignità della condizione di figlio, continuo a insistere che mi sistemerò come garzone. Ma voglio davvero essere restituito alla piena responsabilità di figlio? Voglio davvero essere totalmente perdonato in modo che sia possibile una vita del tutto nuova? Ho fiducia in me stesso e in una redenzione così radicale? Voglio rompere con la mia ribellione profondamente radicata contro Dio e arrendermi in modo così assoluto al suo amore da far emergere una persona nuova? Ricevere il perdono esige la volontà totale di lasciare che Dio sia Dio e compia ogni risanamento, reintegrazione e rinnovamento.
                                                                                      Henry Nouwen




giovedì 19 marzo 2020

Preghiera a Maria Salute degli Infermi.......in questa emergenza legata al Coronavirus

O Dio onnipotente ed eterno, ristoro nella fatica, sostegno nella debolezza: da Te tutte le creature ricevono energia, esistenza e vita. Veniamo a te per invocare la tua misericordia poichè oggi conosciamo ancora la fragilità della condizione umana vivendo l'esperienza di una nuova epidemia virale. 
Affidiamo a Te gli ammalati e le loro famiglie: porta guarigione al loro corpo, alla loro mente e al loro spirito.
Aiuta tutti i membri della società a svolgere il proprio compito e a rafforzare lo spirito di solidarietà tra loro. Sostieni e conforta i medici e gli operatori sanitari in prima linea e tutti i curanti nel compimento del loro servizio. 
Tu che sei fonte di ogni bene, benedici con abbondanza la famiglia umana, allontana da noi ogni male e dona una fede salda a tutti i cristiani.
Liberaci dall'epidemia che ci sta colpendo affinchè possiamoritornare sereni alle nostre consuete occupazioni e lodarti e ringraziarti con cuore rinnovato. In Te noi confidiamo e a Te innalziamo la nostra supplica perchè Tu, o Padre, sei l'autore della vita, e con il tuo Figlio, nostro Signore Gesù Cristo, in unità con lo Spirito Santo, vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen
Maria, salute degli infermi, prega per noi

(preghiera per questo tempo di emergenza legato al Coronavirus, preparata dall'Ufficio Nazionale per la Pastorale della CEI)

Pregare in Quaresima


Giovedi 19 Marzo


† Dal Vangelo secondo Luca 11,21-23
In quel tempo Gesù disse: “Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde”.

L’amore è per ogni cristiano il programma della sua vita, la legge fondamentale del suo agire, il criterio del suo muoversi. Sempre l’amore deve prendere il sopravvento sulle altre leggi. Anzi: l’amore per gli altri deve essere per il cristiano la solida base su cui può legittimamente attuare ogni altra norma. Gesù vuole amore e la misericordia è una sua espressione. Ed Egli vuole che il cristiano viva così anzitutto perché Dio è così. Per Gesù, Dio è prima di tutto il Misericordioso, il Padre che ama tutti, che fa sorgere il sole e fa piovere sopra i buoni e i cattivi. Gesù, perché ama tutti, non teme di stare con i peccatori e in questo modo ci rivela chi è Dio. Se Dio, dunque, è così, se Gesù è tale, anche tu devi nutrire identici sentimenti. Se non hai l’amore per il fratello, a Gesù non piace il tuo culto. Non gli interessa la tua preghiera, l’assistenza alla Messa, le offerte, che puoi fare, se tutto ciò non fiorisce dal tuo cuore in pace con tutti, ricco di amore verso tutti.
                                                                                                Chiara Lubich




mercoledì 18 marzo 2020

Pregare in Quaresima


Mercoledi 18 Marzo

† Dal Vangelo secondo Matteo 5,17-19
In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: “Non crediate che io sia venuto a abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli”.


Mio Dio, quanto ci ami, tu che per noi hai voluto essere sprofondato in
quest’abisso di sofferenze e di disprezzo, tu che in tal modo hai voluto darci tante lezioni, ma innanzitutto, soprattutto, hai voluto dimostrarci il tuo amore, quest’amore inaudito grazie al quale il padre ha dato il suo unico Figlio, e l’ha dato in mezzo a tali sofferenze e tali umiliazioni allo scopo di indurci, con la vista, con la certezza di un sì immenso amore, dimostrato e dichiarato in maniera così toccante e commovente, allo scopo d’indurci con ciò ad amare Dio a nostra volta, ad amare l’Essere così amabile che ci ama tanto. Amiamo Dio, poiché egli ci ha amati per primo.
                                                                            Charles de Foucauld



martedì 17 marzo 2020

Pregare in Quaresima


Martedi 17 Marzo

† Dal Vangelo secondo Matteo 18,31-35
In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: “Visto quello che accadeva, i compagni [del servo maltrattato spietatamente da un altro servo al quale era stato condonato un enorme debito] furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: ‘Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?’. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello”.


Il Signore ci insegna a non avere paura di seguirlo, perché la speranza che poniamo in Lui non sarà delusa. Siamo chiamati quindi a imparare da Lui cosa significa vivere di misericordia per essere strumenti di misericordia. Vivere di misericordia per essere strumenti di misericordia: vivere di misericordia è sentirsi bisognoso della misericordia di Gesù, e quando noi ci sentiamo bisognosi di perdono, di consolazione, impariamo a essere misericordiosi con gli altri. Tenere fisso lo sguardo sul Figlio di Dio ci fa capire quanta strada dobbiamo ancora fare; ma al tempo stesso ci infonde la gioia di sapere che stiamo camminando con Lui e non siamo mai soli. Coraggio, dunque, coraggio! Non lasciamoci togliere la gioia di essere discepoli del Signore... Non lasciamoci rubare la speranza di vivere questa vita insieme con Lui e con la forza della sua consolazione.
                                                                           Papa Francesco



lunedì 16 marzo 2020

Le Due Sorgenti


Ci sono due atteggiamenti che caratterizzano la vita di ognuno di noi, che possiamo chiamare con il nome di egoismo e generosità, tenere per sè oppure donare. Nelle nostre azioni nel nostro modo di relazionarci con gli altri e con noi stessi....sono sempre presenti. Le conseguenze di questi due atteggiamenti sono opposte....da una parte "morte" e dall'altra "vita"......una ci chiude in noi stessi e l'altra ci apre al dono... Questa storia delle due Sorgenti ci può essere di aiuto per una nostra riflessione. 

La montagna si eleva verso il sole. Ma la montagna pesa. E' fatta di sassi. In qualche recesso delle sue viscere nacquero un giorno due piccole sorgenti d'acqua limpida, che cercavano di uscire all'aperto. Ma la montagna non cedeva: le opprimeva, le soffocava.  Dopo un bel po' di tempo le sorgenti, facendosi largo a poco a poco, riuscirono a venire alla luce ai piedi della montagna.  Com'erano stanche! Ma non c'era tempo per riposarsi.
Erano appena scaturite dalla terra quando sentirono delle grida provenienti dal muschio, dall'erba, dai fiorellini, dalle rose alpine: "Dateci da bere! Dateci da bere!"
"Fossi matta!", disse la prima sorgente. "Ho faticato tanto senza sosta laggiù, sottoterra, mentre voi, pigri, ve ne stavate al sole. Non vi darò proprio niente!"
"Non ci darai niente?", disse il muschio piccato. "E allora noi non ti lasceremo passare."
"Ti sbarreremo la strada con le nostre numerose radici", dichiarò l'erba.
"Ti copriremo così nessuno ti troverà", minacciarono i cespugli di rose alpine e di rovi.
La seconda sorgente fu condiscendente: "Bevi, sorella erba, però fatti da parte perché io possa proseguire il mio cammino!" Bevvero un poco anche i cespugli ma si tennero fuori dalla corrente e così il muschio e la rosa alpina.
La sorgente correva. Dava da bere a tutte le piante e tutte le cedevano il passo.(...) La sua acqua era fresca e limpida come cristallo. (Lei stessa non sapeva come. Le piante l'amavano e lasciavano che altre sorgenti si unissero a lei.(...) Alla fine arrivò al mare. Quando giunse alla foce, l'azzurro padre Oceano la prese fra le braccia e la baciò sulla fronte. "E dov'è tua sorella sorgente?le chiese."
"Ah, Padre! Purtroppo è diventata paludosa, marcia e puzzolente."
"Così è la vita, figliola mia", disse padre Oceano.
"Tua sorella non voleva dare agli altri ciò che ha ricevuto. Vedi? Anch'io oggi ti ricevo in restituzione del vapore che da me è salito verso la montagna.
La vita è dare. Tenere per sé è la morte."
                                                                             (Tomás Spidlík, Il professor Ulipispirus e altre storie)