DOMENICA 29 Marzo
† Dal Vangelo secondo
Giovanni 11,21-27
Marta
[sorella di Lazzaro] disse a Gesù: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello
non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio
te la concederà”. Gesù le disse: “Tuo fratello risorgerà”. Gli rispose Marta:
“So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno”. Gesù le disse: “Io
sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà;
chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?”. Gli rispose:
“Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene
nel mondo”.
Quando Gesù usa l’espressione:
“Io sono...”, vuol fare intendere chi egli è per l’uomo. E in questo caso vuol
dirci che egli è colui che possiede il bene più prezioso che si possa
desiderare: la Vita, quella Vita che non muore. Se hai letto il Vangelo di
Giovanni, avrai trovato che Gesù ha pure detto: “Come... il Padre ha la Vita in
se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la Vita in se stesso”. E poiché
Gesù ha la Vita, la può comunicare. Anche Marta crede alla risurrezione finale:
“So che risusciterà nell’ultimo giorno”. Era questa la fede dei giudei. Ma
Gesù, con la sua affermazione meravigliosa: “Io sono la risurrezione e la
vita”, le fa capire che non deve attendere il futuro per sperare nella
risurrezione dei morti. Già adesso, nel presente, Egli è per tutti i credenti
quella Vita divina, ineffabile, eterna che non morirà mai. Se Gesù è in loro,
se egli è in te, non morrai. Questa Vita nel credente è della stessa natura di
Gesù risorto e quindi ben diversa dalla condizione umana in cui si trova. E
questa straordinaria Vita, che già esiste anche in te, si manifesterà
pienamente nell’ultimo giorno, quando parteciperai, con tutto il tuo essere,
alla risurrezione futura. Certamente, Gesù con queste parole non nega che ci
sia la morte fisica. Ma essa non implicherà la perdita della Vita vera. La
morte resterà per te, come per tutti, un’esperienza unica, fortissima e forse
temuta. Ma non significherà più il non senso di un’esistenza, non sarà più
l’assurdo, il fallimento della vita, la tua fine. La morte, per te, non sarà
più realmente una morte.
Chiara
Lubich
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