Lunedi 23 Marzo
† Dal Vangelo secondo
Giovanni 4,49-53
In
quel tempo il funzionario del re disse a Gesù: “Signore, scendi prima che il
mio bambino muoia”. Gesù gli rispose: “Va’, tuo figlio vive”. Quell’uomo credette
alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre
scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: “Tuo figlio vive!”. Volle
sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: “Ieri,
un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato”. Il padre riconobbe che
proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: “Tuo figlio vive”, e credette lui con
tutta la sua famiglia.
Nella preghiera di domanda al
Signore non dobbiamo attenderci un compimento immediato di ciò che noi
chiediamo, della nostra volontà, ma affidarci piuttosto alla volontà del Padre,
leggendo ogni evento nella prospettiva della sua gloria, del suo disegno di
amore, spesso misterioso ai nostri occhi. Per questo, nella nostra preghiera,
domanda, lode e ringraziamento dovrebbero fondersi assieme, anche quando ci
sembra che Dio non risponda alle nostre concrete attese. L’abbandonarsi
all’amore di Dio, che ci precede e ci accompagna sempre, è uno degli atteggiamenti
di fondo del nostro dialogo con Lui.
Benedetto
XVI
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