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domenica 17 aprile 2022

Domenica di Pasqua

 

Domenica di Pasqua 2022

"Di buon mattino le donne si recarono alla tomba....Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma entrate non trovarono il corpo di Gesù....Ed ecco due uomini in vesti sfolgoranti dissero loro: perchè cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato...." (dal vangelo della Veglia Pasquale - Lc 24,1-12)


Messaggio: quello che questi due personaggi dicono alle donne non riguarda solo Gesù, ma riguarda tutti i credenti, riguarda anche noi e riguarda il nostro impatto con la morte.

Se si crede che la morte non solo non interrompa la vita, ma ci permette anche di entrare in una condizione nuova, piena e definitiva, allora il sepolcro era l’ultimo posto dove le donne avrebbero potuto trovare Gesù. Papa Francesco ha detto: “possiamo trovare Gesù risorto dovunque, tranne fra le cose morte. Quante volte cerchiamo la vita fra le cose morte che oggi ci sono e domani non ci saranno più (droga, alcool, sesso …), fra le cose che aumentano il proprio Ego e fanno soffrire gli altri (successo, fama, denaro, potere …)”. Inoltre, la morte non allontana i nostri cari da noi, ma li avvicina. La loro non è un’assenza, ma una presenza misteriosa. Il fatto che non li vediamo non significa che sono esseri assenti, ma che sono semplicemente invisibili. Allora quando muore una persona cara, anche se è doloroso, bisogna scegliere se piangerla come morta sulla tomba o se invece sperimentare la sua presenza invisibile, ma viva e reale nella nostra esistenza quotidiana.




 

venerdì 15 aprile 2022

Venerdi Santo

 "..........Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.........." (Dal Vangelo della Passione di Gv.)


O Gesù, mi fermo pensoso ai piedi della Croce: anch’io l’ho costruita con i miei peccati! La tua bontà, che non si difende e si lascia sconfiggere, è un mistero che mi supera e mi commuove profondamente. Signore, tu sei venuto nel mondo per me, per cercarmi, per portarmi l’abbraccio del Padre: l’abbraccio che tanto mi manca! Tu sei il Volto della bontà e della misericordia: per questo vuoi salvarmi! Dentro di me ci sono le tenebre: vieni con la tua limpida luce. Dentro di me c’è tanto egoismo: vieni con la tua sconfinata carità. Dentro di me c’è tanto orgoglio: vieni con la tua impressionante umiltà. Signore, il peccatore da salvare sono io: il figlio prodigo che deve ritornare, sono io! Signore, concedimi il dono delle lacrime per ritrovare la libertà e la vita, la pace con Te e la gioia in Te. Amen.  (Cardinale Angelo Comastri)







giovedì 14 aprile 2022

Giovedi Santo

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi». (Gv. 13,1-15)


Gesù sa oramai che la sua ora è vicina e qui vuole dare un ultimo saluto a coloro che hanno camminato con lui, con coloro che hanno vissuto con lui ed è come se lui in questo momento volesse dar loro le ultime raccomandazioni, o meglio vuole far vedere loro in questo momento di comunione profonda….cosa devono fare per continuare la sua opera.

E davvero il testamento dell'amore, fatto "carne e cibo", amore fatto servizio ed infine fatto stile di vita, che Gesù consegna a noi, fino al compimento del mondo. Un testamento che è nelle nostre mani. Questo lo rivela attraverso il suo gesto di mettersi a lavare i piedi….gesto che veniva fatto dai servi nei confronti del padrone.

"Io vi do un comandamento nuovo, dice Gesù quella sera e oggi, amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi" (Gv.13,14). "Ancora si parla di amore - scrive Paolo VI - ma questa volta l'amore deve partire da noi.

All'amore ricevuto da Cristo, deve seguire il nostro verso i nostri fratelli, tutti: per la comunità che si riunisce intorno a Lui nella Eucarestia, per la presenza fisica occasionale: un amore, aggiungo, che si fa trovare pronto a donarsi 'sulla strada della vita, dove sono gli uomini di ogni tipo e illuminarli con un sorriso, con l'aiuto.

Questo "come ho amato voi" dà le vertigini. Ci avverte che non avremo amato mai abbastanza. Ci avverte che il precetto della carità contiene in sé sviluppi potenziali, che nessuna sociologia potrà mai eguagliare...E a nostro stimolo, e forse a nostro rimprovero, dalle labbra soavi e tremende di Gesù piovono queste altre indimenticabili parole sempre sull'amore: "Da questo tutti conosceranno che siete miei discepoli, se vi amerete gli uni gli altri"(Gv.13,35). L'amore dunque è il distintivo dell'autenticità cristiana" (Paolo VI, Giovedì santo 1968)

Vi ho dato un esempio…perché anche voi facciate come io ho fatto a voi siamo chiamati a fare nostre queste parole, il suo esempio deve essere, deve diventare nostro stile di vita….inginocchiarsi e farsi servo davanti agli altri, metterci al servizio…perché è questo quello che Gesù vuole da noi..

Sappiamo tutti di essere tentati da tante forme di egoismo, forse non sapendo che ogni forma di egoismo è come chiudere le finestre del cuore e non far entrare la luce: è sbattere in faccia la porta ai fratelli: ma sopratutto è provare quella debolezza dell'anima che è la nostra grande povertà intima.

Il Giovedì santo è davvero il giorno in cui Gesù bussa alla nostra porta e ci chiama. 




domenica 10 aprile 2022

Settimana Santa

"Uno dei malfattori appesi alla croce insultava Gesù: non sei Tu il Cristo? Salva te tsesso e noi! L'altro invece lo implorava dicendo: non hai alcun timore di Dio.....E disse a Gesù: ricordati di me quando entrerai nel tuo regno. Gesù gli rispose: in verità io ti dico: oggi sarai con me in paradiso" (dal vangelo della Domenica delle Palme - Lc 22,14-23,56)


Messaggio:
l’evangelista Luca è l’unico che riporta il dialogo tra Gesù e i due ladroni e sottolinea che Gesù è stato crocifisso insieme a due malfattori. Questo significa che la passione di Gesù è anche com-passione, che cioè Gesù soffre insieme a quelli che sono condannati allo stesso supplizio. Quindi nessuno di noi nella malattia, in una tragedia o nel dolore per la morte di una persona cara, può dire di essere dimenticato e abbandonato da Dio perché Gesù non è mai indifferente alle nostre disgrazie, ma soffre nella sua carne i nostri stessi tormenti









domenica 3 aprile 2022

Quinta Settimana di Quaresima

 Gli scribi e i farisei conducono da Gesù una donna sorpresa in adulterio … e gli dicono: maestro, Mosè ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici? … Gesù disse loro: chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei … Essi allora se ne andarono uno per uno … E Gesù, rivolto alla donna, le disse: neanche io ti condanno. Và e d’ora in poi non peccare più”. ( dal Vangelo della Quinta Domenica di Quaresima - Gv 8,1-11)


Messaggio: Gesù, dicendo alla donna adultera “neanche io ti condanno”, ci insegna che non bisogna permettere che la condanna sia l’ultima parola. Si può condannare e detestare il peccato, ma mai il peccatore, cioè al persona che ha sbagliato. È un invito a liberarci della cultura dei sospetti, dei dubbi, dei pettegolezzi e del dito puntato. Sorprende anche il fatto che Gesù non rimprovera questa donna adultera, non la invita neanche a pentirsi e a chiedere perdono a Dio per il suo peccato, perché Dio ci perdona prima ancora del nostro pentimento e della nostra conversione. Per questo le dice soltanto: “và e d’ora in poi non peccare più”, perché sentendosi non giudicata e perdonata, abbia la possibilità, se vuole, di iniziare una nuova vita. Il pentimento per Gesù non è più la condizione per ottenere il perdono di Dio, ma al contrario è il perdono di Dio che può suscitare in noi il pentimento, la conversione, il cambiamento dell’orientamento della nostra vita e il desiderio di iniziare una nuova esistenza.