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lunedì 25 dicembre 2023

Buon Natale



Prendi un sorriso,
regalalo a chi non l’ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole,
fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente,
fa bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima,
posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio,
mettilo nell’animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita,
raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza, e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà,
e donala a chi non sa donare.
Scopri l’amore,
e fallo conoscere al mondo.
[M. Gandhi]


Bisognerebbe che tutti noi in qualche modo, in questo Natale diventassimo testimoni della luce, testimoni della carità, coltivando bontà, diventando generosi nella carità in modo da diventare e essere credibili annuncio del Natale. lo possiamo fare, lo dobbiamo fare, perchè mai come oggi il mondo aspetta il Natale, anche se non lo confessa. 

Tantissimi auguriI Cappellani del Sant’Anna e Consiglio Pastorale Ospedaliero




domenica 24 dicembre 2023

Il Sorriso di un Dio Bambino

Natale è la festa della gioia, è la festa del sorriso. Non di un sorriso qualsiasi, ma il sorriso di un Dio Bambino. Il Natale ci permette di superare distanze e incomprensioni, di guardare con meno distrazione e fretta il mondo intorno. Si, perchè Natale genera tanta speranza di amore in un mondo che è assetato di vita e di Pace, Natale non è un dovere ma una gioia grandissima e ci sorprende sempre come se fosse la prima volta, ci intenerisce proprio perchè è solo amore.Papa Francesco nella Esortazione apostolica Evangelii Gaudium scrive: "La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall'isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia".

Ed aggiunge evidenziando i rischi del tempo di oggi: "Il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l'entusiasmo di fare il bene. Anche i credenti corrono questo rischio, certo e permanente. Molti vi cadono e si trasformano in persone risentite, scontente, senza vita. Questa non è la scelta di una vita degna e piena, questo non è il desiderio di Dio per noi, questa non è la vita nello Spirito che sgorga dal cuore di Cristo risorto".

E successivamente ci fa meditare sul grande dono della gioia che solo il Signore potrà donarci in modo pieno e duraturo: "Mi riempie di vita rileggere questo testo: «Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia» (Sof 3,17). È la gioia che si vive tra le piccole cose della vita quotidiana, come risposta all'invito affettuoso di Dio nostro Padre: «Figlio, per quanto ti è possibile, tràttati bene... Non privarti di un giorno felice» (Sir 14,11.14). Quanta tenerezza paterna si intuisce dietro queste parole!.

Natale è questa gioia che solo Dio può donarci davvero e per sempre, nelle piccole o grandi cose della vita che ci possono capitare di volta in volta.

Tutto è scritto in quel libro che è la vita, dove Dio scrive e ci parla con parole d'amore, di gioia e di conforto per tutti. E se siamo nella tristezza ci incoraggi al sorriso il volto di Gesù Bambino, ci dia speranza il volto di Maria e ci sostenga il coraggio e l'energia di San Giuseppe. Se poi vogliamo assaporare la gioia piena non ci resta che essere come i pastori, docili alla voce del Signore ed andare alla grotta di Betlemme con la fede e con potenza di quell'amore che trasforma in gioia ogni dolore.

Questo Natale che ci apprestiamo a vivere non solo nella notte santa e nel giorno solenne della nascita di Gesù, ma per tutti i giorni della nostra esistenza, ci riempia di gioia pace e sernità. Riempia di gioia i bambini di tutto il mondo, le mamme e le donne di tutta la terra, i papà e gli uomini di ogni nazione, i giovani di ogni popolo e cultura del mondo, i malati ed i sofferenti, i delusi e gli scoraggiati che guardano al Natale nel segno di questa speranza. Quella speranza che illumina le nostre oscurità e scalda i nostri cori.

BUON NATALE A TUTTI





 

martedì 19 settembre 2023


 

Signore, fa’ che io possa servirti negli ammalati

Signore amatissimo,

fa’ che io possa vederti oggi e ogni giorno

nella persona dei tuoi malati, e servirti curandoli.

 Se ti nascondi sotto la figura sgradevole del collerico,

dello scontento, dell’arrogante,

fa’ che  io possa ancora riconoscerti

e dire: “ Gesù, mio paziente, quanto è dolce servirti”.

Signore, dammi questa fede che veda chiaro,

e allora il mio compito non sarà mai monotono,

sempre la gioia zampillerà quando mi presterò ai capricci

e risponderò ai desideri di tutti i poveri sofferenti…..

O Dio, poiché sei Gesù il mio paziente,

degnati anche di essere per me un Gesù che ha pazienza,

indulgente con i miei errori

e  che tiene conto dell’intenzione,

perché la mia intenzione e di amarti e di servirti

 nella persona di ogni malato.

Signore aumenta la mia fede

benedici i miei sforzi e il mio compito, ora e sempre.

                                                                       Madre Teresa di Calcutta

 

venerdì 10 febbraio 2023

XXXI Giornata Mondiale del Malato

La celebrazione della XXXI Giornata Mondiale del Malato, che ricorre l’11 febbraio, memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, è momento propizio per riservare una speciale attenzione alle persone malate e a coloro che le assistono, sia nei luoghi deputati alla cura sia in seno alle famiglie e alle comunità.

Il messaggio di Papa Francesco per questa XXXI Giornata mondiale del malato (testo) ha un titolo ben preciso: “«Abbi cura di lui». La compassione come esercizio sinodale di guarigione”.

Davanti alla malattia e alla vulnerabilità, dice il Papa, la Chiesa intera e la società tutta devono misurarsi con l’esempio evangelico del buon samaritano, per diventare un valido ospedale da campo. Papa Francesco, inoltre, nel suo messaggio ci ricorda che: “La malattia fa parte della nostra esperienza umana. Ma essa può diventare disumana se è vissuta nell’isolamento e nell’abbandono, se non è accompagnata dalla cura e dalla compassione. Quando si cammina insieme, è normale che qualcuno si senta male, debba fermarsi per la stanchezza o per qualche incidente di percorso. È lì, in quei momenti, che si vede come stiamo camminando. [……] Perciò, in questa XXXI Giornata Mondiale del Malato, nel pieno di un percorso sinodale, vi invito a riflettere sul fatto che proprio attraverso l’esperienza della fragilità e della malattia possiamo imparare a camminare insieme secondo lo stile di Dio, che è vicinanza, compassione e tenerezza”.

“La Giornata Mondiale del Malato, – ricorda ancora il papa – non invita soltanto alla preghiera e alla prossimità verso i sofferenti; essa, nello stesso tempo, mira a sensibilizzare il popolo di Dio, le istituzioni sanitarie e la società civile a un nuovo modo di avanzare insieme”.

Il suo è un appello che interrompe l’indifferenza e frena il passo di chi avanza solo, come se non avesse sorelle e fratelli. Un impegno che dobbiamo tradurre nel tempo corrente attualizzandolo attraverso le nostre vite, facendoci dono al prossimo assumendo la «compassione come esercizio sinodale di guarigione». Un impegno che ben si riassume nel semplice invito, propostoci da Papa Francesco, tratto dal Vangelo di Luca: Abbi cura di lui.

Dobbiamo tutti compiere un grande sforzo di misericordia per essere vicini a chi soffre, per consolare coloro che sono nel pianto, liberandoci dall’avere cuore solo “per sé” che porta alla sclerocardia, quella malattia del cuore che lo rende duro, insensibile.

Invochiamo tutti insieme la Vergine Maria, perché ci accolga tutti sotto il manto della sua misericordia e ci sostenga in ogni necessità. Ella non si è mai staccata dal suo Figlio Gesù, anche nella sofferenza della croce. Con lei, rimaniamo sempre con Gesù e saremo sorgente di misericordia e di amore per tutti coloro bisognosi di un sostegno, un ascolto, un sorriso, una carezza per  non farli sentire soli e dimenticati.

p. Alessandro



giovedì 2 febbraio 2023

Conversione di san Camillo

Il 2 febbraio 1575, all’età di 25 anni, il giovane Camillo de Lellis abbandona per sempre la vita sbandata e dissoluta condotta fino a quel momento per dedicarsi completamente ai più bisognosi. La sua conversione avviene in Puglia, nella cosiddetta “Valle dell’inferno”, lungo la strada che collega San Giovanni Rotondo a Manfredonia.

Camillo, soldato di ventura e giocatore incallito, era giunto a Manfredonia da Napoli per cercare fortuna, riducendosi a fare il mendicante davanti alla chiesa di San Domenico. Qui viene notato da un nobile del luogo, Antonio di Nicastro, procuratore dei padri Cappuccini, che gli chiede di lavorare come manovale alla costruzione di un convento e dell’annessa chiesa. Dopo un po’ di titubanza, Camillo accetta. Nei sessanta giorni in cui è ospite dei frati, l’armonia dei loro canti e la potente testimonianza delle loro azioni lavorano inconsapevolmente dentro di lui, preparandolo all’incontro con Dio. Il primo febbraio 1575 Camillo giunge a San Giovanni Rotondo, per portare viveri ai frati del locale convento. Qui viene accolto dal guardiano padre Angelo, che si intrattiene con lui nel pergolato dell’orto e gli fa “un breve ragionamento spirituale”, parlandogli di Dio e del senso sell’esistenza.  Camillo si commuove, è fortemente scosso.

Al mattino del 2 febbraio, festa della Purificazione della Vergine Maria, riparte in direzione di Manfredonia. Qui, sull’altopiano pietroso del Gargano, avviene la sua conversione. “Ah, misero me, che grande cecità è stata la mia vita senza conoscere prima il mio Signore! Perché non mi sono speso per servirlo? Perdona Signore, perdona a questo gran peccatore”, esclama a gran voce.




domenica 27 novembre 2022

I Domenica di Avvento


Accendiamo la prima candela della Corona dell'Avvento.

Questa candela, di colore viola, colore della penitenza e dell'attesa, è chiamata "Candela del Profeta" e ci ricorda che molti secoli prima della nascita di Gesù, i profeti ne hanno predetto la venuta. Essa ci invita alla speranza. Tutti guardiamo al futuro nell'attesa che comportamenti concreti cambino le cose; ci guida, in questo, la speranza, un faro di cui abbiamo bisogno. A volte abbiamo l'impressione che il male sia più forte del bene, che l'egoismo superi l'amore e l'indifferenza tolga la pace. Ma la speranza non ci fa perdere la strada del bene, che Gesù sta venendo a portare. BUONA DOMENICA!





 

domenica 23 ottobre 2022

La Giornata Missionaria Mondiale

La Giornata Missionaria Mondiale 2022 trova il suo principale riferimento tematico nel messaggio di Papa Francesco, pubblicato il 6 gennaio scorso, che porta il titolo «Di me sarete testimoni» (At 1,8). Il Papa ci dice: «Come Cristo è il primo inviato, cioè missionario del Padre (cfr Gv 20,21) e, in quanto tale, è il suo “testimone fedele” (cfr Ap 1,5), così ogni cristiano è chiamato a essere missionario e testimone di Cristo. E la Chiesa, comunità dei discepoli di Cristo, non ha altra missione se non quella di evangelizzare il mondo, rendendo testimonianza a Cristo. L’identità della Chiesa è evangelizzare».

La Chiesa è per sua natura missionaria, evangelizzare è la sua identità. Gesù, prima di salire in Cielo, lascia ai suoi discepoli il mandato che è chiamata essenziale per tutti i cristiani: "Riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra". Nel messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2022 che verrà celebrata domenica 23 ottobre, e che ha assunto come tema le parole di Gesù, Papa Francesco offre alcune brevi riflessioni sulle parole chiave che descrivono la vita e la missione dei discepoli.

Mi sarete testimoni: queste parole, scrive il Papa, sono "il punto centrale": Gesù dice che tutti i discepoli saranno suoi testimoni e che "saranno costituiti tali per grazia" e "la Chiesa, comunità dei discepoli di Cristo, non ha altra missione se non quella di evangelizzare il mondo, rendendo testimonianza a Cristo". Francesco fa quindi notare che l'uso del plurale: "sarete testimoni" indica "il carattere comunitario-ecclesiale della chiamata". E prosegue: Ogni battezzato è chiamato alla missione nella Chiesa e su mandato della Chiesa: la missione perciò si fa insieme, non individualmente, in comunione con la comunità ecclesiale e non per propria iniziativa. E se anche c’è qualcuno che in qualche situazione molto particolare porta avanti la missione evangelizzatrice da solo, egli la compie e dovrà compierla sempre in comunione con la Chiesa che lo ha mandato.

E' Cristo, Colui che dobbiamo testimoniare Papa Francesco cita le parole di san Paolo VI nell' Evangelii Nunziandi: "Evangelizzare non è mai per nessuno un atto individuale e isolato, ma profondamente ecclesiale". Osserva poi che i discepoli "sono inviati da Gesù al mondo non solo per fare la missione, ma anche e soprattutto per vivere la missione; non solo per dare testimonianza, ma anche e soprattutto per essere testimoni di Cristo" I missionari di Cristo non sono inviati a comunicare sé stessi, a mostrare le loro qualità e capacità persuasive o le loro doti manageriali. Hanno, invece l’altissimo onore di offrire Cristo, in parole e azioni, annunciando a tutti la Buona Notizia della sua salvezza con gioia e franchezza, come i primi apostoli.

Francesco ricorda ancora san Paolo VI quando avvertiva che "l’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri", afferma quindi che per la trasmissione della fede è fondamentale "la testimonianza di vita evangelica dei cristiani", ma che "resta altrettanto necessario" l'annuncio della persona e del messaggio di Cristo. Scrive nel messaggio: Nell’evangelizzazione, perciò, l’esempio di vita cristiana e l’annuncio di Cristo vanno insieme. L’uno serve all’altro. Sono i due polmoni con cui deve respirare ogni comunità per essere missionaria. Questa testimonianza completa, coerente e gioiosa di Cristo sarà sicuramente la forza di attrazione per la crescita della Chiesa anche nel terzo millennio. Esorto pertanto tutti a riprendere il coraggio, la franchezza, quella parresia dei primi cristiani, per testimoniare Cristo con parole e opere, in ogni ambiente di vita.

La missione affidata ai discepoli ha un carattere universale, da Gerusalemme si allarga fino 'all'estremità della terra'. E Francesco fa una precisazione: essi "non sono mandati a fare proselitismo, ma ad annunciare; il cristiano non fa proselitismo." Sono immagine della Chiesa "in uscita". A causa delle persecuzioni a Gerusalemme, i primi cristiani si dispersero e "testimoniarono Cristo dappertutto", osserva il Papa e prosegue:

Qualcosa di simile ancora accade nel nostro tempo. A causa di persecuzioni religiose e situazioni di guerra e violenza, molti cristiani sono costretti a fuggire dalla loro terra verso altri Paesi. Siamo grati a questi fratelli e sorelle che non si chiudono nella sofferenza ma testimoniano Cristo e l’amore di Dio nei Paesi che li accolgono.

Spingersi "fino ai confini della terra", scrive ancora il Papa, è un'indicazione che "dovrà interrogare i discepoli di Gesù di ogni tempo": La Chiesa di Cristo era, è e sarà sempre “in uscita” verso i nuovi orizzonti geografici, sociali, esistenziali, verso i luoghi e le situazioni umane “di confine”, per rendere testimonianza di Cristo e del suo amore a tutti gli uomini e le donne di ogni popolo, cultura, stato sociale. In questo senso, la missione sarà sempre anche 'missio ad gentes', come ci ha insegnato il Concilio Vaticano II, perché la Chiesa dovrà sempre spingersi oltre, oltre i propri confini, per testimoniare a tutti l’amore di Cristo.

"Riceverete la forza dello Spirito Santo" Di fronte ad una così grande responsabilità, Gesù promette ai suoi anche la grazia per farcela: lo Spirito Santo darà loro forza e sapienza. Senza lo Spirito nessun cristiano potrà dare piena testimonianza di Cristo: Perciò ogni discepolo missionario di Cristo è chiamato a riconoscere l’importanza fondamentale dell’agire dello Spirito, a vivere con Lui nel quotidiano e a ricevere costantemente forza e ispirazione da Lui. Anzi, proprio quando ci sentiamo stanchi, demotivati, smarriti, ricordiamoci di ricorrere allo Spirito Santo nella preghiera, la quale – voglio sottolineare ancora – ha un ruolo fondamentale nella vita missionaria, per lasciarci ristorare e fortificare da Lui, sorgente divina inesauribile di nuove energie e della gioia di condividere con gli altri la vita di Cristo.

 Essere Testimoni allora, è il mandato a cui ogni cristiano è chiamato ad essere, un impegno a vivere e portare nella nostra vita la speranza, ad essere evangelizzatori con il nostro esempio.

 


sabato 1 ottobre 2022

Ottobre Mese del Rosario

Ottobre è il mese dedicato al santo del rosario. Da cosa nasce questa scelta? Le ragioni sono varie, legate soprattutto a vicende storiche. Infatti il 7 ottobre del 1571 ebbe luogo la Battaglia di Lepanto che vide affrontarsi le flotte dell’Impero ottomano e quella della Lega Santa, che riuniva le forze della Repubblica di Venezia, della Spagna, dello Stato Pontificio, di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana, del Ducato di Urbino, della Repubblica di Lucca, del Ducato di Ferrara e del Ducato di Mantova. La vittoria della Lega Santa fu schiacciante e determinò il tramonto dello strapotere mussulmano in Europa.

Come è facile immagine questa battaglia ebbe incredibili ripercussioni sul piano religioso. Già prima che essa avesse inizio, alla partenza della flotta della Lega Santa, il Papa Pio V aveva benedetto lo stendardo della Lega che raffigurava su uno sfondo rosso il Crocifisso affiancato dagli apostoli Pietro e Paolo. Sopra di esso, il motto di Costantino In hoc signo vinces. Inoltre la nave ammiraglia Real ostentava come insegna l’immagine della Madonna con la scritta “S. Maria succurre miseris“. La leggenda vuole che a battaglia finita, molto prima di poterne avere avuto notizia, viste le difficoltà di comunicazione dell’epoca, il Pontefice ebbe una visione in cui gli veniva dato l’annuncio che la Lega aveva vinto la battaglia a mezzogiorno. Esclamò dunque: “Sono le 12, suonate le campane, abbiamo vinto a Lepanto per intercessione della Vergine Santissima“, e congedò tutti i presenti. Il Papa dichiarò successivamente che era stata l’intercessione misericordiosa della Vergine Maria a portare la Lega Santa alla vittoria, e per questo volle consacrare il 7 di ottobre a Nostra Signora della Vittoria. Il suo successore Papa, Gregorio XIII, modificò la dedica in Nostra Signora del Rosario. Si diffuse sempre di più la credenza che, prima della battaglia, tutti i soldati della Lega avessero invocato su di sé la protezione di Maria recitando il Rosario, e che fosse stato questo a garantire loro la vittoria. Anche la tradizione di far suonare le campane a distesa a mezzogiorno sarebbe da attribuire alla Battaglia di Lepanto e alla visione di Pio V.

Dunque Ottobre è definito il Mese del Rosario e il giorno 7 viene tuttora festeggiata la Beata Maria Vergine del Rosario, sebbene non tutti sappiano ricollegarla alla battaglia di Lepanto. In effetti l’origine della Madonna del Rosario è precedente, e risale all’apparizione di Maria a San Domenico nel 1208 a Prouille, e quindi all’epoca dell’istituzione dei domenicani. La battaglia definì solo in quale giorno la Chiesa cattolica dovesse celebrare la festa della Madonna del Rosario, o Madonna della Vittoria.

Il culto della Madonna del Rosario si diffuse ancora di più con le apparizioni di Lourdes del 1858. Fu in occasione di queste apparizioni che la Madonna in persona raccomandò la pratica di questa devozione.

In questo mese più che in ogni altro è opportuno trovare un po’ di tempo per recitare il santo rosario. Fra tutte le preghiere il Rosario è quella che ci avvicina maggiormente a Gesù, e lo fa attraverso la dolce intercessione di Sua Madre. È una preghiera contemplativa, la preghiera del cristiano che affronta il cammino della fede, diretto verso Gesù, seguendo le orme e l’esempio di Maria. I grani del Rosario che scorrono tra le dita scandiscono il trascorrere dei giorni e degli anni di vita di ogni cristiano, segnando passo dopo passo il suo cammino di fede. Tutto nel Roasio converge verso Gesù, verso la sua immagine simboleggiata dal Crocefisso, proprio come tutta la vita del credente deve essere indirizzata esclusivamente a Lui. È importante recitare il Rosario il più possibile, in questo mese, da soli, ma anche in famiglia e nelle parrocchie.

Il rosario della vergine è un efficace strumento di preghiera di contemplazione che ci potrà aiutare a riscoprire questa presenza di Dio nel nostro quotidiano a rivivere la vita del Cristo sull'esempio di Maria che conservava viva nel suo cuore la memoria delle cose di Dio. La contemplazione di Maria è fatta di parola, di croce, di spirito Santo. Ogni vita contemplativa, nella chiesa nasce essenzialmente da una parola che lo Spirito genera nel cuore dell'uomo e fa maturare nella fecondità pasquale della croce. Per questo una vita contemplativa autentica ha bisogno di tanto deserto, di tanta solitudine feconda nello spirito, di tanta gioia di una vera penitenza. È nota l'affermazione del cardinal Newman: "il rosario è il credo che diventa preghiera" più che una definizione vera è proprio un'intuizione, che però cogliere il senso più autentico, più originale e originario di queste devozioni.


 

martedì 20 settembre 2022

Il Perdono

Il perdono è sorgente di guarigione,

guarisce infatti le ferite provocate dal risentimento,

rinnova le persone, i matrimoni, le famiglie, le comunità, la vita sociale.

Il perdono è la chiave dei nostri rapporti con Dio,

col prossimo e con noi stessi.

Il perdono è una necessità:

non possiamo fare a meno di perdonare.

Se non perdono non posso essere perdonato!

Il perdono è una decisione:

non è un sentimento, ma un atto della nostra volontà.

Decido di perdonare anche se non me la sento.

E' la scelta di amare gli altri così come sono.

Il perdono è uno stile di vita:

è lo stile di vita del cristiano che accetta di perdonare sempre, chiunque e per ogni cosa.

Il perdono è un processo,

cioè una continua crescita verso la libertà interiore.

Non dimentichiamo che alcune esperienze sono così dolorose

da richiedere molto tempo trascorso nel perdono

                                                                                                       Da una meditazione quaresimale di C.M. Martini

 


giovedì 14 luglio 2022

14 Luglio San Camillo de Lellis


Glorioso San Camillo

Che hai assistito i malati con amore di madre,

dal cielo volgi il tuo sguardo misericordioso

su tutti i sofferenti affinché non venga meno

la loro speranza né la forza di servire

a chi si prende cura di loro.

Si sempre, presso Dio,

il celeste protettore degli infermi perché solo lui:

 

può liberare da ogni male,

può alleviare i dolori del corpo

e la tristezza dell’animo;

può restituire la fiducia

e cancellare la disperazione;

può riempire la solitudine

e asciugare le lacrime;

può concedere la forza per il cammino

e la pazienza dell’attesa;

può offrire la gioia e la pienezza di vita.


Alla tua protezione, infine, ricorriamo per essere

Infiammati della stessa carità

Che ardeva nel tuo cuore,

per amare il nostro prossimo sofferente

come ci ha insegnato il Cristo,

buon samaritano delle anime e dei corpi.

Amen

 


mercoledì 13 luglio 2022

Preghiera a San Camillo de Lellis

 San Camillo de Lellis

Patrono dei Malati e degli Operatori Sanitari

 

Glorioso San Camillo

Che hai assistito i malati con amore di madre,

dal cielo volgi il tuo sguardo misericordioso

su tutti i sofferenti affinché non venga meno

la loro speranza né la forza di servire

a chi si prende cura di loro.

Si sempre, presso Dio,

il celeste protettore degli infermi perché solo lui: 

può liberare da ogni male,

può alleviare i dolori del corpo

e la tristezza dell’animo;

può restituire la fiducia

e cancellare la disperazione;

può riempire la solitudine

e asciugare le lacrime;

può concedere la forza per il cammino

e la pazienza dell’attesa;

può offrire la gioia e la pienezza di vita. 

Alla tua protezione, infine, ricorriamo per essere

Infiammati della stessa carità

Che ardeva nel tuo cuore,

per amare il nostro prossimo sofferente

come ci ha insegnato il Cristo,

buon samaritano delle anime e dei corpi.

Amen

domenica 17 aprile 2022

Domenica di Pasqua

 

Domenica di Pasqua 2022

"Di buon mattino le donne si recarono alla tomba....Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma entrate non trovarono il corpo di Gesù....Ed ecco due uomini in vesti sfolgoranti dissero loro: perchè cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato...." (dal vangelo della Veglia Pasquale - Lc 24,1-12)


Messaggio: quello che questi due personaggi dicono alle donne non riguarda solo Gesù, ma riguarda tutti i credenti, riguarda anche noi e riguarda il nostro impatto con la morte.

Se si crede che la morte non solo non interrompa la vita, ma ci permette anche di entrare in una condizione nuova, piena e definitiva, allora il sepolcro era l’ultimo posto dove le donne avrebbero potuto trovare Gesù. Papa Francesco ha detto: “possiamo trovare Gesù risorto dovunque, tranne fra le cose morte. Quante volte cerchiamo la vita fra le cose morte che oggi ci sono e domani non ci saranno più (droga, alcool, sesso …), fra le cose che aumentano il proprio Ego e fanno soffrire gli altri (successo, fama, denaro, potere …)”. Inoltre, la morte non allontana i nostri cari da noi, ma li avvicina. La loro non è un’assenza, ma una presenza misteriosa. Il fatto che non li vediamo non significa che sono esseri assenti, ma che sono semplicemente invisibili. Allora quando muore una persona cara, anche se è doloroso, bisogna scegliere se piangerla come morta sulla tomba o se invece sperimentare la sua presenza invisibile, ma viva e reale nella nostra esistenza quotidiana.




 

venerdì 15 aprile 2022

Venerdi Santo

 "..........Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.........." (Dal Vangelo della Passione di Gv.)


O Gesù, mi fermo pensoso ai piedi della Croce: anch’io l’ho costruita con i miei peccati! La tua bontà, che non si difende e si lascia sconfiggere, è un mistero che mi supera e mi commuove profondamente. Signore, tu sei venuto nel mondo per me, per cercarmi, per portarmi l’abbraccio del Padre: l’abbraccio che tanto mi manca! Tu sei il Volto della bontà e della misericordia: per questo vuoi salvarmi! Dentro di me ci sono le tenebre: vieni con la tua limpida luce. Dentro di me c’è tanto egoismo: vieni con la tua sconfinata carità. Dentro di me c’è tanto orgoglio: vieni con la tua impressionante umiltà. Signore, il peccatore da salvare sono io: il figlio prodigo che deve ritornare, sono io! Signore, concedimi il dono delle lacrime per ritrovare la libertà e la vita, la pace con Te e la gioia in Te. Amen.  (Cardinale Angelo Comastri)