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mercoledì 27 ottobre 2021

BASTA SOLO UN MINUTO

 con novembre nella cappella dell'ospedale Sant'Anna avrà inizio un momento di adorazione continua.........basta anche solo un minuto.....un saluto.......sei il benvenuto...

 


Che cosa vuol dire allora adorare Dio? Significa imparare a stare con Lui, a fermarci a dialogare con Lui, sentendo che la sua presenza è la più vera, la più buona, la più importante di tutte. Ognuno di noi, nella propria vita, in modo consapevole e forse a volte senza rendersene conto, ha un ben preciso ordine delle cose ritenute più o meno importanti. Adorare il Signore vuol dire dare a Lui il posto che deve avere; adorare il Signore vuol dire affermare, credere, non però semplicemente a parole, che Lui solo guida veramente la nostra vita; adorare il Signore vuol dire che siamo convinti davanti a Lui che è il solo Dio, il Dio della nostra vita, il Dio della nostra storia. ( Omelia Papa Francesco, Basilica San Paolo fuori le Mura)

sabato 2 ottobre 2021

Ottobre Missionario

L'occhio del re

 Tutti e quattro i vangeli ci parlano di Gesù che mandò i dodici apostoli in missione, ad annunciare la buona novella, la novità del suo messaggio. In particolare l’evangelista Luca nel suo scritto parla anche dell’invio di 72 discepoli (Lc 10,1-12). Perché 72? Perché in quel tempo si credeva che tutti i popoli sulla terra fossero 72. Questo significa che: 1) la missione è impegno di tutti, di tutti i credenti, di ogni battezzato, non solo dei preti, dei frati e delle suore, ma anche dei laici 2) inoltre nessuno è escluso dall’annuncio del dono della salvezza, Dio non esclude nessuno dal suo amore, la salvezza è per ogni uomo indipendentemente dalla razza, nazionalità, lingua, popolo, religione, orientamento sessuale …

Ci racconta ancora l’evangelista Luca che i settantadue discepoli tornarono dalla missione entusiasti, contenti e pieni di gioia dicendo: “Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome (Lc 10,17)”. Al ché Gesù rispose: “Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore (Lc 10,18)”. Cosa vuole dire Gesù con queste parole enigmatiche e misteriose? Ebbene il giudaismo aveva ereditato dall’impero persiano la visione del cielo. Nell’impero persiano c’era una figura importantissima che era il braccio destro dell’imperatore ed era un ministro chiamato “l’occhio del re”. Il suo compito era quello di sorvegliare tutte le persone che nell’impero rivestivano un ruolo di governo e facevano le veci dell’imperatore. Erano ministri, ufficiali, governatori, diplomatici, ambasciatori, vari funzionari … L’occhio del re aveva spie in tutto l’impero e riferiva quindi all’imperatore se un suo ministro stava facendo gli interessi dell’imperatore e se  si comportava onestamente o meno. Era molto temuto perché bastava una sua parola e l’imperatore condannava a morte chi, secondo quanto gli veniva riferito, non si era comportato secondo i suoi ordini. Era facile vedere volare teste. Se questo ministro, per esempio, riferiva all’imperatore: “guarda che il governatore della Cappadocia ha aumentato le tasse, ma sta mettendo da parte per sé i soldi che i suoi funzionari riscuotono, invece di versarli nelle casse dell’impero …”. Questo tale veniva trascinato davanti all’imperatore, accusato, privato dei suoi beni, condannato a morte con tutta la sua famiglia e sostituito con un altro ministro più onesto. Quindi questo ministro “l’occhio del re” aveva un grande potere ed era molto temuto. Questa immagine è stata applicata dal giudaismo alla corte celeste. Satana è un funzionario della corte celeste, è precisamente “l’occhio di Dio”, non è un nemico di Dio, ma cura gli interessi del Signore, scende sulla terra spia gli uomini e poi riferisce a Dio. È incaricato di accusare chi non si comporta secondo le leggi del Signore perché sia quindi castigato da Dio. Basta leggere il libro di Giobbe, dove Dio riceve i suoi figlioli e fra questi c’è anche il Satana il cui compito è quello di  fare la spia e sorvegliare  gli uomini, e poi accusarli presso Dio per poi infliggere loro la pena per i loro peccati. Il libro di Giobbe inizia precisamente raccontando che il Satana (l’occhio di Dio) è a colloquio con Dio il quale, semplificando, dice a Satana: “hai visto il mio servo Giobbe? È un uomo giusto, pio, devoto … Ma il Satana gli controbatte: “certamente è molto devoto perché gli hai dato tutto, moglie, figli, figlie, servi, case, campi, greggi, armenti, proprietà, ricchezze …, ma se non avesse tutto questo, sicuramente anziché pregare e benedirti, ti maledirebbe”. Dio gli rispose: “Sono sicuro che Giobbe mi ama al di là di tutto quello che ha ricevuto”. Ma il Satana insiste: “Io invece sono convinto del contrario. Lascia che lo privi dei suoi beni e poi vedrai se quest’uomo ti rimarrà fedele. Scommettiamo che ho ragione?”. Dio gli permise allora di mettere alla prova il suo servo Giobbe: “fai pure quello che vuoi. Ma non privare Giobbe della sua vita”. Fu così che incominciarono le disgrazie per Giobbe il quale in un solo giorno perse tutto, figli, figlie, greggi, armenti, ricchezze, case, campi, proprietà …. La conclusione del dramma di Giobbe è che alla fine Dio dirà al Satana: “Hai visto che avevo ragione? Giobbe non mi ha maledetto. È rimasto fedele, non ha perso la sua fede”. E poi il Signore solleverà Giobbe dalla miseria e dalla povertà restituendogli quello che aveva perso. Quindi cosa vuole dirci Gesù con queste parole: “Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore (Lc 10,18)?”. Con l’annunzio dei Settantadue discepoli, la Buona Notizia ha avuto successo. La gente ha compreso che nessuno è escluso dalla salvezza e dall’amore di Dio. Quindi ora non c’è più bisogno dell’occhio del re perché Dio non castiga più nessuno. La Buona Notizia è che Dio non è buono, ma è esclusivamente buono. Infatti, il Dio di Gesù non è il Dio della religione che premia i buoni e castiga i malvagi, ma a tutti comunica amore. È il Padre misericordioso che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi, manda la pioggia ai giusti e agli ingiusti. Per questo motivo il ruolo dell’occhio di Dio, di Satana è finito. È inutile che lui vada ad accusare davanti a Dio coloro che si sono comportati male perché la buona notizia è che Dio non castiga più nessuno, ma comunica amore a tutti persino agli ingrati e malvagi. Per questa ragione Satana viene cacciato dal cielo, il suo ruolo è terminato. Nell’Apocalisse a proposito di questo, si legge: “E’ stato precipitato l’accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte (Ap 12,10)”. Ecco perciò perché Gesù con gioia afferma: “vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore”. Il fatto che Dio non è un giustiziere, ma un padre misericordioso, ci impegna oggi a portare questo buona novella ad ogni popolo della terra. Da qui nasce la vocazione missionaria della chiesa. E come sappiamo ottobre è il mese missionario che ci ricorda la nostra comune vocazione a far conoscere la novità del messaggio di Gesù. E in occasione del mese missionario la cappellania dell’ospedale Sant’Anna devolverà tutte le offerte del mese per aiutare l’ospedale St. Camille di Port au Prince ad Haiti, il paese più povero dell’America crudelmente colpito, come sappiamo, da un terribile terremoto (aveva già subito un altro terremoto dieci anni fa’ nel 2011 con migliaia di vittime) e quindi bisognoso di materiale sanitario per assistere e curare i numerosi feriti e aiutare la popolazione duramente provata dalla miseria, dalla povertà e in grande difficoltà.  

                                                                                     p. Fabio Giudici

venerdì 1 ottobre 2021

Ottobre Missionario

 “Testimoni e profeti”.

 

E’ questo lo slogan ideato dalla Direzione nazionale delle Pontificie Opere Missionarie per la Giornata Missionaria Mondiale  2021 che si celebrerà Domenica 24 Ottobre 2021.
 Ogni anno questo appuntamento vuole alimentare la fraternità universale della Chiesa, ossia la comunione con tutte le Comunità Cristiane sparse nel mondo, oltre all’impegno di solidarietà con le Chiese di più recente formazione, con quelle che vivono nei paesi più poveri e con quelle che soffrono persecuzione.
Inoltre, dal punto di vista pastorale, il “mese missionario” diventa l’occasione per aiutare le nostre comunità cristiane e i tutti i credenti ad alimentare la propria “missione” nella Chiesa e nel mondo.

Il tema che viene proposto per l’ottobre missionario di quest’anno viene a completare un percorso triennale di formazione missionaria che è stato pensato come sviluppo del Mese Missionario Straordinario voluto da Papa Francesco nel 2019. Infatti questa è la sequenza nei vari anni:

  • “Battezzati e inviati”: riscoprire la vocazione missionaria che è di tutti i battezzati (2019);
  • “Tessitori di Fraternità”: vivere il progetto di Gesù come discepoli che amano come Lui ha amato (2020);
  • “Testimoni e Profeti”: annunciare il Regno di Dio, che verrà e che è già germogliato in mezzo a noi (2021).

TESTIMONI E PROFETI: siamo chiamati a guardare questo tempo che viviamo e la realtà che ci circonda con occhi di fiducia e di speranza. Siamo certi che, anche nel mezzo della pandemia e delle crisi conseguenti che ci accompagneranno per molto tempo ancora, il Signore non ci ha mai abbandonato e continua ad accompagnarci. Il Regno di Dio non è solo una promessa per un futuro che sentiamo ancora troppo lontano. Il suo Regno è già inaugurato, è già presente: ne sappiamo leggere i segni e, da autentici missionari, lo facciamo conoscere perché sia una speranza rigeneratrice per tutti.

Papa Francesco, nel Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale, ci esorta ad essere testimoni e profeti, con lo stesso coraggio di Pietro e Giovanni che, davanti ai capi del popolo e agli anziani, non hanno paura di dire: «Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato» (At 4,20). Papa Francesco dice: “Nel contesto attuale c’è bisogno urgente di missionari di speranza che, unti dal Signore, siano capaci di ricordare profeticamente che nessuno si salva da solo. Come gli Apostoli e i primi cristiani, anche noi diciamo con tutte le nostre forze: «Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato» (At 4,20)”. E più avanti Papa Francesco aggiunge: “I primi cristiani, lungi dal cedere alla tentazione di chiudersi in un’élite, furono attratti dal Signore e dalla vita nuova che Egli offriva ad andare tra le genti e testimoniare quello che avevano visto e ascoltato: il Regno di Dio è vicino. Lo fecero con la generosità, la gratitudine e la nobiltà proprie di coloro che seminano sapendo che altri mangeranno il frutto del loro impegno e del loro sacrificio. Prendiamoci allora questo mese per far nostro l’invito di Papa Francesco ad essere testimoni e Profeti, a vivere con la nostra vita la bellezza di un incontro con il Cristo Risorto che ci invita ad essere portatori di speranza a tutti coloro che vivono situazioni di difficoltà, malattia e solitudine