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sabato 8 febbraio 2020

XXVIII Giornata Mondiale del Malato


Il prossimo 11 febbraio la Chiesa celebra la XXVIII GIORNATA MONDIALE DEL MALATO, l’appuntamento che ogni anno ci permette di riflettere e progettare circa la condizione di salute e malattia, quale mistero che avvolge la vita.

“VENITE A ME, VOI TUTTI CHE SIETE STANCHI E OPPRESSI, E IO VI DARO’ RISTORO” (Mt 11,28)

Accogliamo l’invito che ci viene dal vangelo di Matteo, icona di questa XXVIII Giornata mondiale del malatoE' questo il cuore del Messaggio che Papa Francesco ha preparato in occasione della XXVIII Giornata Mondiale del Malato, che come di consueto ricorre l’11 febbraio, memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes.
Gesù rivolge l’invito agli ammalati e agli oppressi, ai poveri che sanno di dipendere interamente da Dio e che, feriti dal peso della prova, hanno bisogno di guarigione. 

Gesù Cristo, a chi vive l’angoscia per la propria situazione di fragilità, dolore e debolezza, non impone leggi, ma offre la sua misericordia, cioè la sua persona ristoratrice". Perchè Gesù nutre questi sentimenti di misericordia? Il Papa lo spiega nel messaggio: "Perché Egli stesso si è fatto debole, sperimentando l’umana sofferenza e ricevendo a sua volta ristoro dal Padre. Infatti, solo chi fa, in prima persona, questa esperienza saprà essere di conforto per l’altro. Diverse sono le forme gravi di sofferenza: malattie inguaribili e croniche, patologie psichiche, quelle che necessitano di riabilitazione o di cure palliative, le varie disabilità, le malattie dell’infanzia e della vecchiaia... 

In queste circostanze si avverte a volte una carenza di umanità e risulta perciò necessario personalizzare l’approccio al malato, aggiungendo al curare il prendersi cura, per una guarigione umana integrale".Da qui il ruolo della Chiesa. "In questa condizione avete certamente bisogno di un luogo per ristorarvi - commenta Papa Francesco - La Chiesa vuole essere sempre più e sempre meglio la locanda del Buon Samaritano che è Cristo, cioè la casa dove potete trovare la sua grazia che si esprime nella familiarità, nell’accoglienza, nel sollievo. In questa casa potrete incontrare persone che, guarite dalla misericordia di Dio nella loro fragilità, sapranno aiutarvi a portare la croce facendo delle proprie ferite delle feritoie, attraverso le quali guardare l’orizzonte al di là della malattia e ricevere luce e aria per la vostra vita".Il pensiero del Pontefice si rivolge poi agli operatori sanitari: "Ogni intervento diagnostico, preventivo, terapeutico, di ricerca, cura e riabilitazione è rivolto alla persona malata, dove il sostantivo persona, viene sempre prima dell’aggettivo malata. 

Pertanto, il vostro agire sia costantemente proteso alla dignità e alla vita della persona, senza alcun cedimento ad atti di natura eutanasica, di suicidio assistito o soppressione della vita, nemmeno quando lo stato della malattia è irreversibile". "Quando non potrete guarire, potrete sempre curare con gesti e procedure che diano ristoro e sollievo al malato", raccomanda Papa Francesco. Infine l'appello del Papa ai Governi di tutti i paesi del mondo: "Auspico che, coniugando i principi di solidarietà e sussidiarietà, si cooperi perché tutti abbiano accesso a cure adeguate per la salvaguardia e il recupero della salute".