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venerdì 10 aprile 2020

Pregare nella settimana santa


Venerdi santo 10 Aprile

† Dal Vangelo secondo Giovanni 19,1-11
Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: “Salve, re dei Giudei!”. E gli davano schiaffi. Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: “Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna”. Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: “Ecco l’uomo!”. Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: “Crocifiggilo! Crocifiggilo!”. Disse loro Pilato: “Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa”. Gli risposero i Giudei: “Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio”. All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: “Di dove sei tu?”. Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: “Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?”. Gli rispose Gesù: “Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande”.


Hanno forato le sue mani e i suoi piedi e hanno aperto il suo costato con la lancia. E attraverso queste aperture, io posso succhiare il miele dalla roccia e l’olio che cola dalla pietra durissima, gustare e vedere cioè come è buono il Signore. Egli pensava pensieri di pace e io non lo sapevo. Chi infatti ha conosciuto il pensiero del Signore? o chi mai è stato il suo consigliere? (Rm 11,34). Ma il chiodo che penetra in lui è divenuto per me una chiave che mi schiude il segreto della volontà del Signore. Come non vederla attraverso queste aperture? I chiodi e le piaghe gridano che veramente, nel Cristo, è Dio che riconcilia il mondo con sé. Il ferro ha trapassato la sua anima e toccato il suo cuore, perché egli ormai sapesse compatire le mie infermità. Il segreto del cuore si manifesta attraverso le ferite del corpo; appare manifesto questo grande sacramento d’infinita bontà, la profonda e misericordiosa tenerezza del nostro Dio, per cui una luce ci ha visitato dall’alto (Lc 1,78). E come questa tenerezza potrebbe non apparire attraverso le sue ferite? C’è qualcosa, più delle tue piaghe in cui appaia con maggior evidenza che tu, Signore, sei dolce e clemente e ricco di misericordia? (Sal 85,5). Nessuno infatti ha amore più grande di colui che dà la sua vita per dei destinati e condannati alla morte.
                                                                                           Bernardo di Chiaravalle



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