Sabato santo 11
Aprile
† Dal Libro del
Profeta Isaia 53,5-9
Egli è
stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il
castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo
stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva
la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto
al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua
bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge
per la sua posterità? Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per la colpa
del mio popolo fu percosso a morte. Gli si diede sepoltura con gli empi, con il
ricco fu il suo tumulo, sebbene non avesse commesso violenza né vi fosse
inganno nella sua bocca.
Di che cosa ti
preoccuperai? Per che cosa ti affannerai? Chi ti ha fatto si prenderà cura di
te. Chi ebbe cura di te prima che tu esistessi, non si curerà di te, quando
ormai sei ciò che egli ha voluto tu fossi? Perché ormai sei fedele, già cammini
sulla via della giustizia. Non avrà dunque cura di te colui che fa sorgere il
suo sole sui buoni e sui cattivi, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti?
Trascurerà, abbandonerà, lascerà solo te che sei già giusto e vivi della fede?
Al contrario egli ti benefica, ti aiuta, ti dà qui ciò che ti è necessario, ti
difende dalle avversità. Facendoti doni ti consola affinché tu perseveri,
togliendoteli ti corregge affinché tu non perisca; il Signore ha cura di te,
stai tranquillo. Ti sostiene colui che ti ha fatto, non cadere dalla mano del
tuo creatore; se cadrai dalla mano del tuo artefice ti spezzerai. La buona
volontà ti aiuta a rimanere nelle mani di Colui che ti ha creato. Di’: il mio
Dio lo vuole; Egli mi reggerà, egli mi sosterrà. Abbandonati a lui; non credere
che ci sia il vuoto, quasi che tu dovessi precipitare; non t’immaginare una
cosa di questo genere. Mai egli ti mancherà; non mancargli tu, non mancare a te
stesso. Il Signore ha cura di me.
Agostino di Ippona
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