VENERDI 3 Aprile
† Dal Vangelo secondo
Giovanni 10,31-32.37-40
In
quel tempo di nuovo i Giudei raccolsero delle pietre per lapidarlo. Gesù disse
loro: “Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio,
anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che
il Padre è in me, e io nel Padre”. Allora cercarono nuovamente di catturarlo,
ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del
Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase.
Dove una sicurezza più salda,
dove un riposo più tranquillo per la nostra debolezza, se non nelle piaghe del
Salvatore? Dimoro là dentro, tanto più sicuro, quanto più potente è nei miei
riguardi la sua forza salvatrice. Il mondo freme, il corpo mi aggrava, il
diavolo tende le sue insidie: io non cado, perché ho posto le mie fondamenta
sopra una roccia sicura. Ho peccato gravemente: la mia coscienza ne è turbata,
ma non sconvolta, perché mi ricordo delle piaghe del Signore che è stato
trafitto a cagione dei nostri peccati. Cosa c’è di così votato alla morte che
non possa essere liberato dalla morte di Cristo? Perciò quando penso a un
rimedio così potente, così efficace, nessuna malattia – per quanto grave – mi spaventa più.
Bernardo di Chiaravalle
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