Ogni giorno un contadino portava l'acqua dalla sorgente al
villaggio in due grosse anfore che legava sulla groppa dell'asino, che
gli trotterellava accanto. Una delle anfore, vecchia e piena di fessure,
durante il viaggio perdeva acqua. L'altra, nuova e perfetta, conservava tutto
il contenuto senza perderne neppure una goccia.
L'anfora vecchia e screpolata si sentiva umiliata e
inutile, tanto più che l'anfora nuova non perdeva occasione per farle
notare la sua imperfezione. "Non perdo neanche una stilla d'acqua,
io!" Un mattino, la vecchia anfora si confidò con il padrone:
"Lo sai, sono cosciente dei miei limiti. Sprechi tempo, fatica e
soldi per colpa mia. Quando arriviamo al villaggio io sono mezza vuota.
Perdona la mia debolezza e le mie ferite".
Il giorno dopo, durante il viaggio, il padrone si rivolse
all'anfora screpolata e le disse: "Guarda il bordo della
strada". "Ma è bellissimo! Tutto pieno di fiori!", rispose
l'anfora. "Hai visto? E tutto questo solo grazie a te", disse
il padrone. "Sei tu che ogni giorno innaffi il bordo della strada.
Io ho comperato un pacchetto di semi di fiori e li ho seminati lungo la
strada, e senza saperlo né volerlo, tu li innaffi ogni giorno". La
vecchia anfora non lo disse mai a nessuno, ma quel giorno si sentì morire di
gioia.
Siamo tutti pieni di ferite e screpolature, cha hanno
segnato la nostra vita e....... rimarranno con noi. Magari ci fanno star male
perchè ci fanno vedere e prendere coscienza della nostra fragilità di persone
umane; non dobbiamo farci prendere dalla tristezza della nostra
"imperfezione"..........questa storia ci insegna che se lo vogliamo,
possiamo fare meraviglie con le nostre imperfezioni..... basta accettare quello che siamo
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